LA PALESTINA DIMENTICATA E LO SCACCHIERE MEDIO ORIENTALE

israele-palestina-riassuntoIn queste settimane, un’ennesima e cruenta ondata di violenza per mano israeliana si sta abbattendo a danno della Popolazione Civile Palestinese; devastazione taciuta dai media e della quale vengono fornite concrete notizie soltanto da fonti di informazione libera. L’entità di israele dinnanzi allo sguardo dell’opinione pubblica e dei vari governi mondiali, ancora una volta sta agendo deliberatamente al di fuori da qualsiasi accordo internazionale, senza che nessun organo preposto si stia adoperando per diffidare il suo governo da simili rappresaglie ed assoggettarlo a sanzioni o embarghi. Perché tutto ciò sta accadendo? Nell’attuale scenario geopolitico, il governo di israele sembrava aspettare un “alibi perfetto” che guarda caso si è incarnato nell’anomalo rapimento ed uccisione dei tre giovani coloni israeliani avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 Giugno nell’area della colonia israeliana illegale denominata Gush Etzion,

Occorre precisare che nessuno dei gruppi armati impegnati nella resistenza palestinese ha sinora rivendicato la responsabilità del gesto, ma la reazione immediata e tempestiva di israele ha lasciato intravedere la sconcertante premeditazione sionista nel voler colpire e indebolire i nuovi e pur sempre fragili equilibri costituitisi tra Cisgiordania e Striscia di Gaza grazie ad un accordo tra Al Fatah e Hamas.

I due movimenti politici il 23 Aprile di quest’anno hanno accettato di convergere a sostegno dell’attuale governo ad interim di Abu Mazen (Mahmoud Abbas ) con l’assicurazione da parte dello stesso di elezioni presidenziali nell’arco di sei mesi; una simile manovra ha rappresentato il tentativo di superamento della scissione interna che, dopo la vittoria alle elezioni del 2006 da parte di Hamas, aveva visto crescere le tensioni intra-palestinesi e realizzare la nascita di due governi diversificati retti – da Al Fatah in Cisgiordania e da Hamas nella Striscia di Gaza.

Abu Mazen, in veste di presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese nonché rappresentante politico di Al Fatah, ha intravisto in questo accordo uno strumento di rafforzamento, avendo preso coscienza del fallimento di ogni tentativo di pacificazione con israele e essendosi reso conto della necessità di Hamas di un nuovo riposizionamento a causa della frattura con il governo di Damasco, della distanza da certe rappresentanze dell’Iran e della mancanza di appoggio egiziano dalla caduta di Morsi.

Giusto per voler fornire alcuni cenni sulla genesi delle due organizzazioni palestinesi potremmo dire che Al-Fatah (acronimo arabo del Movimento Palestinese di Liberazione) poi confluito nell’O.L.P., è stato fondato nel 1959 da Yasser Arafat che ha reso l’organizzazione indipendente dalle nazioni arabe e piuttosto nazionalista, attribuendole peso internazionalegrazie alle sue doti diplomatiche e consentendole l’ingresso come osservatore permanente alle Nazioni Unite.

L’ascesa di Hamas (acronimo di Movimento Islamico di Resistenza), afferente alla Fratellanza Mussulmana, sin dal 1987 con le sue azioni ha minato la portanza internazionale dell’O.L.P. divenendo direttamente o indirettamente lo strumento atteso da israele al fine di giustificare ogni sua violazione a danno della Palestina sotto il protettorato dell’intero occidente e dei suoi sostenitori.

Il governo israeliano alla notizia del patto tra le due fazioni palestinesi, ha applicato il consolidato e subdolo approccio sionista di posizionarsi su duplice fronte ostentando da una parte l’ atteggiamento glacial/diplomatico del presidente Peres e dall’altra la violenza di Netanyahu espressa per mezzo di minacce di ripercussioni da far piovere sul Popolo di Palestina; da allora è apparsa anomala la sequenza tra il   “summit di pace” tra Peres, papa e Abu Mazen e l’anomalo rapimento dei tre coloni che pare siano stati uccisi subito dopo il rapimento.

Perché in questa contingenza geopolitica? Chi poteva trarne beneficio?

Netanyahu il giorno stesso del rapimento era guarda caso in possesso di un dossier, fornito dallo Shin Beth e dal Mossad, attestante la responsabilità di Hamas ma occorre sottolineare che proprio Hamas in quella fase era il movimento al quale meno conveniva provocare le ire israeliane in quanto la Fratellanza Musulmana, di cui è emanazione, nell’attuale scacchiere geopolitico non attraversa un “periodo di forza” bensì di “stallo” (vedi la destituzione di Morsi…).

Un’ipotesi ben più concreta, potrebbe essere quella del radicamento in Palestina di frange “settarie wahabite-takfiriste” (operanti dietro spinta di interessi esterni quali Sionismo, Stati Uniti, Paesi Europei, Arabia Saudita…) afferenti al neo-dichiarato Stato Islamico, responsabile dell’attuale instabilità mediorientale; alle stesse potrebbero essere state ordinate delle azioni sanguinarie e destabilizzanti atte ad “incastrare Hamas” così da consentire a Netanyahu di sventolare il vessillo di “vittima perenne” per potersi spianare la strada nell’occupazione definitiva dell’intera Palestina e rafforzarsi nello scenario mediorientale.

Il wahabismo, di cui il takfirismo rappresenta il braccio armato, è caratterizzato da una dottrina integralista e cieca che prevede la lotta contro quegli stessi mussulmani che non si sottomettano alla loro egemonia e che vengono considerati alla stessa stregua degli apostati; le famiglie reali saudite-wahabite rappresentano i punti di riferimento degli interessi, soprattutto energetici e quindi finanziari, di occidentali e sionisti che pertanto riconoscono loro l’avallo a presidiare e controllare anche militarmente il Medioriente, scopo che viene raggiunto riconoscendo ai gruppi mercenari “licenza di uccidere, seviziare, sgozzare, smembrare, violare”.

L’intento dell’autodichiarato “IS” inizialmente sarebbe stato quello di frazionare Iraq e Siria, difatti in territorio siriano sta portando avanti vere e proprie operazioni di guerra contro Assad per monopolizzare il mercato petrolifero già ampiamente sottratto al governo, collaborando in alcuni casi con Al Nusra (falange di Al Qaeda) la stessa con cui in passato si è scontrato ferocemente.

La N.a.t.o. e i sauditi, appoggiando militarmente le milizie mercenarie per demolire la Siria, hanno esposto intenzionalmente l’Iraq; dinnanzi a questi rischi il Grande Ayatollah sciita Ali- Sistani ha fatto sentire la sua voce sottolineando che l’unità tra le varie famiglie islamiche risulta essenziale contro la sanguinaria barbarie perpetrata dall’azione dell’IS; attualmente l’Iraq ( situazione che risulta essere in costante trasformazione) risulta essere governato dagli sciiti ma il governo ha già perso il controllo di parecchi dei suoi territori.

L’Iran si sta adesso schierando apertamente contro il supporto ufficiale che i sauditi stanno garantendo all’ IS, accusandoli di essere i loro sostenitori materiali ed ideologici; a seguire si è pronunciata pubblicamente anche la Guida Suprema Al Khamenei che ha così detto: “c’è differenza tra – american islam e vero islam. L’islam americano pur avendo aspetto e nome islamico, è … conforme al dispotismo e al sionismo…e totalmente al servizio degli obiettivi del sionismo e degli stati uniti”. Il Vice ministro degli esteri iraniano ha criticato fortemente il leader curdo Masud Barzani per quanto riguarda le sue mire secessioniste e su questo punto si apre un nuovo scenario, ovvero si scopre che Barzani è colluso con i servizi segreti israeliani e che gli stessi hanno spostato attenzione e mezzi nella regione curda agganciando   i gruppi iracheni anti-governativi, azione che potrebbe portare il governo iraniano alla scelta di assistere e affiancare nuovamente le attività della resistenza palestinese di Hamas e nel contempo di “agganciare” un’alleanza con il Qatar che pare essersi sganciato da summit organizzati da Kerry ai quali hanno puntualmente presenziato Arabia Saudita, Emirati Arabi e Giordania.

Si potrebbe proseguire per molteplici pagine ancora, in quanto l’attuale questione mediorientale sta presentando dinamiche in costante trasformazione e incessanti “colpi di scena”.

Le riflessioni che abbiamo intanto messo a disposizione attraverso queste righe vogliono soltanto aprire piccole brecce di informazione, di coscienza e di conoscenza, visto che gli avvenimenti che stanno caratterizzando la geopolitica mediterranea, mediorientale ed europea – “a trazione atlantica” – stanno risultando strettamente collegate tra di loro.

Quanto sta avvenendo in Medioriente è la diretta emanazione dello scempio che ancora una volta gli u.s.a./sion stanno riservando al mondo arabo; all’avvento dell’era sionista (per mano di Herzl che alla fine dell’Agosto 1897 organizzò il “primo congresso sionista”) britannici, stati uniti e parte dei paesi europei, accettarono di diventare conniventi del “progetto di potere predatorio” finalizzato alla nascita di uno stato ebraico che avesse totale autonomia rispetto al panorama internazionale.

Per tale conseguimento al sionismo bastò, sovvertire gli Stati con i propri rappresentanti radicati nelle istituzioni, monopolizzare affari e finanziare le due guerre mondiali (garantendo la vittoria) tramite i propri banchieri, così da porre “i vincitori” tutti a “libro paga” e proseguire poi in una perenne attività di ricatto usuraio al fine di acquisire ampio potere decisionale sulle loro politiche globali.

L’occidente ha dimostrato, soprattutto dalla scoperta delle Americhe, di essersi trasformato nel tempo in un mostro assetato di potere e di dominio; ha concesso l’invasione ebraica patrocinata dal movimento sionista per lasciar nascere, con l’istituzione dello “stato di israele”, una sorta di proprio avamposto predatorio da allargare nel tempo per egemonizzare un medioriente dal sottosuolo ricchissimo di risorse energetiche.

Se torniamo nello specifico, occorre aggiungere che l’ “opinione mondiale” si è disinteressata della Palestina, snobbando quei pochi capi di Stato e quei movimenti attivisti che hanno tentato di denunciare il genocidio e la sofferenza che il suo Popolo stava e sta tutt’ora subendo. Attualmente “la Palestina” simbolicamente rappresenta quanto sta accadendo a Noi europei e all’intero Medioriente; così come ai Palestinesi ha sottratto terre, prodotti, bacini idrici e decimato il popolo, “la trazione atlantico/sionista” ha invaso gli Stati d’Europa attraverso l’erosione delle sovranità nazionali, affamandoli (a chi più, a chi meno) attraverso la privazione dell’autonomia economico/finanziaria – all’intero Medioriente ha riservato invece (tramite finanziamenti, fornitura di armi e accordi con i soci wahabito/salafiti) una guerra arabo/fratricida, accendendo come propulsore lo pseudo-alibi della guerra islamica per mano di “sanguinari mercenari settaristi” che stanno versando sangue, tortura e violenza non solo su soldati avversari bensì su civili innocenti, donne, bambini, anziani.

Aggiungiamo che il “civile e filo-occidentale israele” negli ultimi due anni ha aumentato dell’80% gli arresti e la detenzione di BAMBINI accusati o sospettati soltanto di aver lanciato “sassi di sabbia” contro i mezzi o le recinzioni di quei coloni “abusivi” che ogni giorno predano un pezzo della loro sopravvivenza. Un giovane ragazzo palestinese è stato rapito e bruciato vivo dagli israeliani come “rappresaglia” rispetto all’uccisione dei tre coloni di cui non esiste “alcuna rivendicazione”.

Le organizzazioni umanitarie internazionali (anch’esse a “libro paga” del sion/atlantismo) tacciono o snocciolano poche e   ininfluenti dichiarazioni di circostanza.

La Palestina Dimenticata: la Palestina è Simbolo, la Palestina è Ogni Popolo, la Palestina è … Ognuno di Noi

Daniela Roccella

 

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