J.R.R. Tolkien e la geopolitica europea

Mappa-Nella-Terra-di-Mezzo-6John Ronald Reuel Tolkien. Linguista, filologo ed esperto di religione norrena, tra i più grandi del ‘900. Molte conclusioni e congetture sono state fatte circa la sua opera più nota e apprezzata, Il Signore degli Anelli. Una moderna epopea dal sapore antico e tradizionale, quasi sacro. Filosofi, esperti del settore, profani, tutti hanno visto qualcosa nell’allegoria dell’Opera. Per le destre europee il male era rappresentativo dell’Urss; altri, p.e, ossia per una certa cultura popolare nordica più recente come i gruppi Black Metal norvegesi avevano fornito una chiave di lettura dove i popoli liberi erano i cristiani mentre i nemici di Mordor i pagani scandinavi. Per gli anarchici il poema era un elogio alla loro ideologia, visioni smentite aspramente più volte da Tolkien. A nostro avviso infatti sono tutte errate queste conclusioni. Analizzeremo Il Signore degli Anelli come raramente è stato fatto e arriveremo alle nostre conclusioni. 

Il viaggio è un’epopea tutta europea.

Prima di tutto chi era J.R.R. Tolkien? Nato in SudAfrica ma da genitori inglesi e cresciuto in Inghilterra, J.R.R. Tolkien era un cattolico, paganeggiante, conservatore e soprattutto patriota inglese (non del Regno Unito, del suo impero e nemmeno della Gran Bretagna intera). In secondo luogo durante la sua vita dovette affrontare la Grande Guerra, che descrisse come, comprensibilmente, l’esperienza che più lo impressionò. Tolkien gestiva anche vari circoli di Religione Norrena e di appassionati di saghe nordiche, specialmente quelle inglesi più antiche (dobbiamo a lui la versione che oggi conosciamo del Beowulf, il più antico poema inglese).

Chiarita l’origine e il bagaglio culturale dell’Autore passiamo con l’analizzarne l’Opera, sua immagine e proiezione.

Il primo passo da fare è quello di dover osservare la Terra di Mezzo (la Midgard norrena) come l’Europa sull’orlo della guerra. Infatti per alcuni popoli di essa Tolkien dichiarò già a suo tempo l’ispirazione. Ad esempio per l’oscuro linguaggio di Mordor si ispirò alla lingua turca, che da linguista egli trovata estremamente cacofonica e per nulla piacevole all’ascolto. Inoltre come cattolico provava avversione e in parte astio probabilmente per l’impero ottomano, che durante la Grande Guerra era ancora una minaccia per l’Europa.

Se osservate una cartina della Terra di Mezzo (che qui sopra alleghiamo – cliccare per l’ingrandimento) potrete facilmente vedere che Mordor, delimitata dagli Ephel Duath, i monti dell’ombra, somiglia moltissimo all’Anatolia occupata oggi dai turchi. Nel libro Tolkien fa spesso dire a Gandalf che ad oriente pervade l’ombra e che minaccia la libertà dell’occidente, e non solo da Gandalf, ma vari personaggi, si passa da quelli più importanti come Elrond ai semplici messaggeri di Gondor. Se questo non dovesse bastare, al di sotto di Mordor si estende l’Harad, vasta zona desertica, dove gli haradrim, pirati armati di scimitarre sono alleati di Mordor in guerra e che solo con la sconfitta dell’Oscuro Signore potranno finalmente redimersi. Chiaro riferimento agli arabi del golfo.

Altri alleati di Mordor descritti nel libro sono uomini dalla pelle nera, con scudi e simboli tribali su tutto il corpo e che viaggiano a bordo di elefanti, appare ovvio che volesse descrivere degli africani, che agli occhi di un tradizionalista europeo come Tolkien possono apparire come minaccia, come stiamo vedendo in questi giorni bui con la Grande Sostituzione degli europei.

E Gondor? Altri non fu che l’Impero Romano decaduto, e quel che rimane dell’Italia. Sovente infatti nel libro di parla del perduto e potente impero di Numenor, che comprendeva anche tutto l’Arnor, a nord, lasciatosi poi sprofondare nell’ozio, nelle arti oscuro e travolto dalle invasioni dunque cadde e la grandezza di un tempo fu solo un ricordo sbiadito. Inoltre la regione di Gondor più vicina a Mordor si chiama Ithilien, zona verdeggiante e soleggiata, minacciata dal male e con spesso incursioni da parte degli orchi di Mordor. L’Italia fu l’avanguardia contro i turchi a Lepanto e Otranto, riuscendo sempre a respingerli.

Continuando su questa linea parliamo di Minas Tirith e Minas Morgul, le due città sorelle, che un tempo si chiamavano Minas Anor, Torre del Sole calante e Minas Ithil, Torre della Luna nascente, prima dell’invasione dei soldati di Mordor che la trasformarono in Minas Morgul, Torre del Maleficio. Ora, la luna crescente fu il simbolo che i turchi trovarono a Costantinopoli e che fecero proprio, lo possiamo vedere ancora oggi nella loro bandiera nazionale. Il rapporto di città sorelle possiamo interpretarlo col fatto che Bisanzio era considerata la seconda Roma. Ne deduciamo che Minas Anor alias Minas Tirith (Torre di Guardia) altro non sia che Roma, da difendere ad ogni costo, ed è infatti lì che infurierà la battaglia più importante e decisiva per la Terra di Mezzo. Prendiamo ad esempio le parole del messaggero di Gondor a re Theoden di Rohan, prima della guerra: “Ma il nostro è un caso disperato. Il mio signore non ti invia alcun ordine, ti prega soltanto di ricordare l’antica amicizia e le promesse sovente rinnovate e di fare tutto il possibile, anche per il tuo stesso bene. […] Nel sud gli Haradrim si stanno già muovendo e su tutte le nostre coste incombe la paura. Affrettati! Il destino del nostro tempo di deciderà innanzi alle mura di Minas Tirith e se non riusciamo ad arrestare lì la marea, essa inonderà tutte le pianure di Rohan…

Con tanto di alleati tedeschi da Rohan, il Riddernmark, uomini alti e biondi, dagli elmi scintillanti e che chiamano Minas Tirith Mundburg, caput mundi, e col suffisso “burg” molte altre città.

E che discendono da stirpi bardine lungo il lagolungo a nord, da sotto Erebor (la Scandinavia?).

Gli elfi possiamo appunto considerarli una sorta di Geni, che poi è il loro ruolo nella Religio Norrena, o cristianamente degli Angeli Custodi. E Gandalf a mio parere potrebbe essere una figura cristica, che appare nel momento del bisogno, più buio, non a caso alcuni personaggi lo scambiano come portatore di sventura, e risorge anche dopo lo scontro con il Balrog (mai dimenticarsi la cattolicità dell’Autore), e non a caso si dice che i Istari, gli stregoni della Terra di Mezzo, siano in parte emanazioni degli Déi.

Saruman non è che il nostro nemico di tutti i giorni. È il progressista, l’industriale, il politico liberale che tutto vuole mettere sotto leggi e norme, persino il male; considera la Natura e la tradizione un intralcio puro e semplice al progresso e ai suoi infidi scopi. Vedasi Fangorn e gli Ent, gli alberi sradicati per far pasto alle fucine degli Uruk-Hai ma anche l’immigrazione e la sovrappopolazione di Isengard, con le montagne circostanti forate per far spazio agli alloggi dei suoi innumerevoli servi. Non è forse la politica dei nostri giorni?

Saruman, che da bravo politicante liberale, tradirà perfino Sauron, per i suoi stessi interessi e la sua smania di potere.

La sua riflessione è anti-etica: ma si, anche se l’Anello è malvagio in fondo posso comunque usarlo per me, ci dev’essere comunque del buono per me o del profitto.

Piccola postilla per i beorniani, che appaiono ne Lo Hobbit, aiutando Gandalf e la sua compagnia. Posso essere identificati a nostro avviso come i russi, uomini mezzi orsi alleati dell’Europa e del bene.

E veniamo al punto con gli Hobbit e la loro Contea, the Shire alla inglese.

Chi sono gli Hobbit, indifferenti agli avvenimenti del resto della Terra di Mezzo e dediti a cibarsi, fare feste, giardinaggio e ai loro piccoli problemi se non i borghesi inglesi? Lo stesso Re Elessar a fine racconto, anche se la Contea è compresa nel suo regno, promette di non metterci piede, e viene più volte considerata una vera e propria isola, anche se non geograficamente, ma c’è comunque il fiume Brandivino, dal resto degli abitanti della Terra. Tanto più che l’altro parallelismo con gli anglosassoni è che gli hobbit arrivarono nella Contea dalle rive dell’Andruin, il Grande Fiume, poco più sopra di Rohan, la Germania Tolkieniana.

E quindi, Frodo figlio di Drogo altri non è che lo stesso John Ronald Reuel Tolkien. Egli si trova catapultato nella Grande Guerra, con tutti i suoi timori e paure da superare, e l’unico, tra i suoi connazionali o quasi, che si interessi al destino della Terra di Mezzo, oltre che della sola Contea. L’unico che riconosce il valore e l’importanza di Roma diremmo alla nostra maniera. Non a caso, quando la guerra dell’Anello finì gli hobbit, al ritorno nella loro Contea, vi trovarono Saruman il liberale, che aveva sotto la sua tirannia industrializzato e trasformato la loro bella campagna. Palese denuncia da parte di un tradizionalista come Tolkien alla iperindustrializzazione inglese, a scapito di ogni valore e tradizione. Tolkien molto spesso si dichiarò fortemente contrario al mondo inglesizzato e globalizzato.

E l’Anello ?

L’Anello è il Potere. Puro e semplice. Che non deve mai e poi mai finire nelle mani dei nemici d’Europa e di Roma. L’Autore mette anche in guardia dall’usarlo con una velata, ma neanche troppo, citazione “nietszchana” oserei dire, che rappresenta validamente il sunto dell’Epopea: “Chi combatte contro i mostri deve far attenzione a non diventare mostro egli stesso. E quando scruta dentro l’Abisso, l’Abisso scruta dentro di lui”.

Gianluca Vannucci

3 pensieri su “J.R.R. Tolkien e la geopolitica europea

    • Prima di commentare con certe castronerie, lo sapevi che Tolkien ha vissuto in Inghilterra dall’età di 3 anni? Oltretutto è di origini europee, non conta nulla il suo logo natìo.

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  1. Pietà per i 3.000 Morti dell’11 settembre.

    Ma Pietà – e finalmente Giustizia – anche per i milioni di Civili inermi uccisi dagli Usa nel corso delle interminabili guerre yankee di dominio in tutto il Mondo.
    Da piu’ di settant’anni, Gli Usa sono una potenza militare globale, che compie crimini globali, e impone con la forza la sua totale impunità globale.

    Gli Usa non sono affatto i “Buoni” che giungono appena in tempo per salvare donne, vecchi e bambini; il piu’ delle volte li inceneriscono.
    E’ tempo di superare questo ipocrita “Paradigma” propagandistico holliwoodiano.

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