La semplicità di un paradosso

bancaditaliaÈ passato appena un mese dal varo dell’ultima manovra finanziaria che i signori del denaro minacciano l’Italia di avviare una procedura di infrazione se non verrà effettuata una manovra correttiva da oltre tre miliardi per riallineare i conti ai dogmi della solforosa fede monetaria. È evidente che il cattivo monello Renzi, con la sua voglia di apparire poco ricettivo ai diktat di Bruxelles in tempo di campagna referendaria, aveva preparato una finanziaria “morbida” e “generosa”, che però è risultata essere una pesante eredità per il nuovo inquilino di Palazzo Chigi. Sta di fatto che non sono esclusi provvedimenti odiosi quali ulteriori tagli allo stato sociale o aumenti di Iva e/o accise sui carburanti. Nell’uno o nell’altro caso sarà comunque l’ennesima sconfitta di uno stato sovrano e di un popolo.

Ma ormai gli italiani stanno abituandosi alle imposizioni dei signori dell’euro e quando anche le porcate passano per atti dovuti finisce che nessuno fa più caso a nulla. E questo è quello che sta succedendo su un altro fronte in cui gli attori principali sono sempre i signori del denaro: dopo lo scandalo MPS e le decine di altri scandali bancari di minore entità che sommati fanno un bel monte di denaro sottratto dalle tasche di poveri cristi della strada, sta pian piano emergendo un altro bubbone spropositato, che è quello Unicredit.

La più grande banca italiana chiude il 2016 con un buco di circa tredici miliardi e i tentativi di ricapitalizzazione non sembrano avere gran successo. Per il colosso ex Geronzi si prospetta una situazione non dissimile dal MPS, da Banca Marche, da CariVicenza e da tutte quelle realtà del panorama bancario e finanziario italiano che costituiscono un vero e proprio schiaffo all’umana decenza. Se ancora qualcuno avesse dei dubbi sulla buona fede delle dirigenze bancarie italiane, partendo dalla provincia più profonda fino alla Banca D’Italia, può mettersi l’anima in pace e riflettere su alcuni aspetti dell’operato di questi signori.
Innanzi tutto va detto che se anche Unicredit dovesse finire come MPS (e gli ingredienti ci sono tutti) sarebbe la prova provata che il sistema bancario italiano è marcio fino al midollo, con tutte le conseguenze del caso in termini di credibilità sui mercati esteri e sulle possibilità di future partecipazioni da parte di investitori esteri. Ma, a parte questo che ormai è cosa ben nota in giro per il mondo che conta qualcosa, v’e’ un ulteriore aspetto da rimarcare. Stiamo parlando del fatto che le banche non svolgono più da tempo quel ruolo del quale sarebbero naturalmente investite, per lo meno quegli istituti di natura commerciale. Invece di occuparsi e di investire nello sviluppo imprenditoriale e finanziare le attività economiche dei territori e delle realtà economiche, si sono lanciate in avventurismi speculativi ad alto rischio che dovrebbero essere il terreno di manovra di ben altri soggetti. Oppure, andando così di male in peggio, sono diventate nel tempo, grazie a dirigenze e direttori generali “amici” e “amici degli amici”, le cassaforti private di imprenditori straccioni che si sono fatti finanziare attività ad alto rischio e alla fine hanno lasciato il classico cerino in mano ai loro benefattori. Questo è ciò che è successo a Banca Etruria, a CariVicenza e pure a MPS, dove il solo De Benedetti ha lasciato un “paccotto” da seicento milioni.
Dunque, riassumendo il tutto con uno schemino semplicissimo che potrebbe essere insegnato anche alle scuole dell’obbligo, questo è ciò che accade:
1) poiché la legge lo consente loro, le banche hanno facoltà di comportarsi indifferentemente come banche commerciali e banche d’investimento, costituendo già questo un vulnus in un sistema perennemente in bilico.
2) La Banca d’Italia, alla quale ormai non resta che il solo ruolo di controllo ed ispezione, di fatto non lo esercita e la prova provata sono le decine di scandali di questi ultimi anni passati come acqua sotto i ponti (Cirio, Parmalat, Bond argentini e via fino a BancaAntonveneta e Banca Etruria).
3) Gli istituti bancari si rifiutano da tempo di finanziare la piccola e media impresa dei territori perché la crisi espone a rischio elevato i rientri, per cui le aziende stagnano e chiudono per mancanza di risorse, con conseguente impoverimento del sistema economico generale.
4) In compenso gli stessi istituti che si negano ai piccoli fanno poi cordate o aprono linee di credito inimmaginabili ad alto rischio ai soliti padroni del vapore, che molto spesso lasciano la voragine dietro di loro.
Dicevamo che lo schema è molto semplice e si riassume in poche parole che suonano come un paradosso ma che tale non è: dividi tra i poveri sempre più poveri il debito di ricchi sempre più ricchi.
Così va il mondo del liberismo usuraio e cleptomane nel silenzio di una politica tanto indecente quanto imbelle.
Fernando Volpi

5 pensieri su “La semplicità di un paradosso

  1. Sono secoli, che la “Finanza” privata internazionalizzata, manovra gli Stati ed i Popoli.

    Oggi il Mondo subisce la massima espansione di questa Forma parassitaria che assorbe le energie economiche dei Popoli, concentrando la ricchezza nelle mani di circoli finanziari sempre piu’ ristretti.
    La “Conoscenza” della tecnica finanziaria resta nelle mani dei sacerdoti dell’Usura di antico rito giudaico, racchiusa nei “Libri Sacri” di Warburg e Rothschild, di Friedman o Rothbard, e la “Politica” ignorante ma furbesca, vi si accoda colpevolmente, invece di rovesciare questo devastante meccanismo; essa sarà la prima a venire travolta.

    “L’euro introdotto in Italia da sedicenti statisti, in realtà modesti maggiordomi della dottrina totalitaria del neo-liberismo mercatista di Milton Friedman, propagandato come la nuova Eldorado per gli italiani, ratificato forzatamente (senza referendum), dal 1 gennaio 2002 (1.000 lire= 1 euro), con lo sciagurato tasso di cambio fissato a 1.936,27 lire per 1 euro, ha svuotato le tasche delle famiglie italiane, al ritmo di 997 euro l’anno di rincari speculativi per un conto finale di 14.955 euro pro-capite nell’ultimo quindicennio, con un trasferimento di ricchezza stimato in 358,9 miliardi di euro, dalle tasche dei consumatori a quelle di coloro che hanno avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe, al riparo dai doverosi controlli delle inutili, forse contigue autorità di settore”
    (Elio Lannutti)

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  2. Sempre più convinto che, il punto di non ritorno, lo abbiamo oltrepassato da così tanto tempo, che non resta altro che sperare che un meteorite metta fine a questa porcheria che viene definita indegnamente, civiltà umana.
    Forse solo allora, se qualcuno sarà restato, si potrà pensare ad una rinascita che possa crescere con la dignità che non abbiamo più.
    Se poi l’eventuale meteorite fosse così grande da distruggere la cosidetta umanità, non sarebbe così grave da meritare menzione. A cosa potrebbe servire la continuità di una moltitudine cosi indecentemente indaffarata a taglieggiarsi l’un l’altro?
    Solo per avere 10 miliardi di intestini itineranti?

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  3. Proviamo ad immaginare:

    Gli italiani si sollevano in massa contro il Regime Partitocratico.
    Polizia, Carabinieri ed Esercito non garantiscono una adeguata linea di difesa contro i loro stessi padri, madri, fratelli, sorelle, figli e amici in rivolta.

    Impossibile per un agente o un soldato, manganellare, arrestare o prendere la mira contro il proprio padre, madre, fratello, sorella, figlio o amico.
    Tutto si sfalda molto rapidamente, e la Partitocrazia si trova di colpo indifesa, in balia dell’Ira funesta del Popolo Italiano.

    Dove pensiamo che i Massimi Parassiti, i Gerarchi della Repubblica delle Banane, possano andare a pescare le loro “Truppe di difesa”, i loro “Mercenari” pronti a far fuoco contro Gli Italiani, se non nella massa dei giovanotti africani in età militare, scappati dalla guerra, prelevati sulle coste libiche ed oggi fancazzisticamente bighellonanti nelle città Italiane?

    Africani in perfetta forma fisica, abituati alla violenza ed alla guerra, disponibili come Mercenari a tariffa scontata; a completa disposizione di Lorpapponi.

    Fantapolitica?
    No, scenario assolutamente possibile.

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  4. “…La più grande banca italiana chiude il 2016 con un buco di circa tredici miliardi…”

    Con la riserva obbligatoria più bassa di tutti i tempi (follia!), l’eurozona è un ambiente che induce le banche a prestare montagne di soldi che non hanno nemmeno in cassa. Sono le banche (private!) a stampare la moneta de facto, ma nessuno sembra farci caso. Ora tutta questa bolla dei prestiti facili si trasforma facilmente in una montagna di “sofferenze”.

    Comunque le minacce germaniche sono ormai vuote e ridicole. Se si mette male, DB da sola basterà ad incenerire il loro comparto bancario fino alle fondamenta. Loro lo sanno; se ci fate caso, ultimamente ci minacciano con meno arroganza del solito. Tira un’aria poco rassicurante.

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  5. Per settant’anni Gli Italiani si sono affidati alla “Politica”.
    E di decennio in decennio le cose sono peggiorate fino al totale disastro odierno.

    E’ quindi giunto il Tempo del Cambiamento; occorre urgentemente cambiare strada.

    Oggi solamente chi Lavora (artigianalmente ed industrialmente), chi Progetta, Innova, Costruisce e Commercia, è in grado di capire (con i tempi rapidissimi dell’impresa e della produzione) cosa serve all’Italia per risollevarsi dal Pantano parassitario partitocratico e burocratico, in cui è stata precipitata da un apparato “Digerente” interessato esclusivamente alla soddisfazione dei propri interessi intestinali.

    I Rappresentanti dei Lavoratori italiani in Parlamento ed al Governo della Nazione Italia.
    I Parassiti della partitocrazia al fresco.

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